Guardando indietro alla sua lunga tradizione, il nucleo della filosofia italiana consiste nella sua vocazione civile. Sin dalle origini umanistico-rinascimentali gli interlocutori privilegiati della filosofia italiana non sono gli specialisti, i chierici o gli studenti che frequentano l’università, ma un pubblico più vasto che si cerca di orientare e di persuadere. La prima cerchia è costituita, per i filosofi e i letterati, dai connazionali, eredi decaduti di un grande passato, cittadini di una comunità dapprima soltanto linguistica, politicamente divisa in una pluralità di fragili stati regionali e spiritualmente condizionata da una Chiesa cattolica sin troppo forte. La seconda, con una accentuazione dei tratti “universalistici”, da tutti gli uomini.