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01.11.2021: Intervento dell’Ambasciatore Armando Varricchio in occasione dell’apertura del programma invernale dell‘Italienzentrum della Freie Universität Berlin: “Italia e Germania protagoniste per il futuro dell’Europa”

Cari studenti
Cari professori
Caro Prof. Günter M. Ziegler (Presidente della Freie Universität Berlin)
Caro Prof. Bernhard Huss (Direttore dell’Italienzentrum della Freie Universität Berlin)

È davvero un grande piacere essere oggi qui alla vostra Università, luogo di cultura e di conoscenza, in cui attraverso lo studio e il dibattito le idee nascono, crescono e possono diventare azioni.
È un piacere ancora più grande essere dinanzi a studenti e ricercatori tedeschi appassionati di cultura italiana e a studenti italiani che stanno approfondendo in Germania alcune tematiche.
Ognuno di voi, nel suo ambito e con sue modalità, contribuisce – magari inconsapevolmente – a portare avanti i rapporti tra Italia e Germania.

“La sfida, nobile e avvincente, che si pone ai nostri Paesi è quella di costruire insieme un progetto per l’avvenire. Un progetto al contempo bilaterale ed europeo, che sia fondato sulla condivisione di scelte e responsabilità, che si dimostri all’altezza delle aspirazioni dei nostri concittadini e che sappia offrire risposte alle attese delle giovani generazioni del nostro Continente” *.
Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto al Presidente federale Frank-Walter Steinmeier, a cui lo lega da anni un rapporto di profonda sintonia di valori e di intenti, durante la sua ultima visita a Berlino lo scorso 12 ottobre.
Il Capo dello Stato ha sottolineato il respiro al contempo bilaterale e continentale dell’azione dei nostri Paesi. E ha posto l’accento sulle aspirazioni delle giovani generazioni – sulle vostre aspirazioni – e sull’importanza che ad esse vengano date delle risposte all’altezza.

Vi chiederete che cosa le istituzioni italiane e tedesche stiano facendo per rispondere a questo appello del Capo dello Stato. Giustamente chiederete, in che modo ci stiamo adoperando per costruire, tra partner, quella casa comune europea che sarà la vostra?

Come nella scienza, iniziamo ad osservare lo status quo, ma ancor prima, da dove partiamo e dove siamo.
Da dove partiamo? Come sapete, partiamo da anni difficili. Le ripercussioni sul continente europeo della crisi finanziaria che nel 2008 colpì per primi gli Stati Uniti e si propagò poi nel resto del mondo hanno creato un dibattito a tratti teso e un confronto acceso sulle decisioni da intraprendere.

In questi ultimi anni, molti hanno sottolineato ciò che ci divideva, il divario tra Nord e Sud, come se le Alpi non fossero una mera descrizione geografica ma un ostacolo culturale invalicabile.
C’è chi in questi anni ha parlato di “politiche fiscali del Meridione d’Europa”, opponendovi una concezione frugale di un supposto Nord. Più mito che realtà, se consideriamo che proprio l’Italia ha stretto le cinghia in questo ultimo decennio per ridurre la spesa pubblica primaria non oltre le entrate.
Ciononostante, non è mai venuta meno la comunanza di obiettivi e la coesione di fondo, per non parlare dei valori comuni.
Lo abbiamo ben visto durante la fase acuta della pandemia da Covid-19.
Nessun Italiano residente in Germania dimenticherà i tanti accorati articoli apparsi sui quotidiani tedeschi nei momenti più difficili della pandemia, i “Ci mancate” e le tante espressioni di Sehnsucht tedesca per l’Italia, Paese di nostalgia e immaginazione.
Pur in condizioni di estrema difficoltà e pur affrontando per la prima volta una sfida sanitaria di tale portata, ospedali della Sassonia hanno accolto numerosi pazienti italiani e imprenditori bavaresi hanno organizzato privatamente aerei per trasportare materiali sanitari urgentemente richiesti in Italia.
In tutti questi episodi abbiamo potuto toccare con mano la koinè, la Casa comune europea tra Stati membri, una volta che abbiamo preso coscienza della portata della sfida che avevamo davanti.

E dove siamo?
Inutile dirvi che Italia e Germania hanno forti e radicate relazioni bilaterali. Eppure, vorrei citare pochi dati, per darvi un’idea di quanto forti e radicate queste siano.
Parto dall’aspetto economico. Il rapporto con la Germania non ha eguali al mondo per il nostro Paese: oltre 116 miliardi di interscambio commerciale nel 2020 con una crescita del 24% del primo semestre 2021 (la più alta registrata tra tutti i mercati esteri). È un rapporto semplicemente imprescindibile.
Il livello di integrazione tra Germania e Italia è infatti tale che potremmo parlare di osmosi, quando analizziamo le nostre catene del valore. Un esempio aiuta a comprendere di cosa parliamo: durante la pandemia le produzioni automobilistiche della Germania meridionale hanno dovuto rallentare o in alcuni casi chiudere a causa dell’assenza di forniture provenienti dall’Italia. Senza i freni italiani, molte auto tedesche non potevano dirsi complete.
Oltre ad una vocazione economica globale, di apertura (e anche dipendenza) al commercio internazionale, Italia e Germania sostengono con convinzione un ordine globale basato sulle regole. Come nazioni esportatrici, abbiamo bisogno di un level-playing field, in cui tutti i concorrenti giocano secondo le stesse regole. Per questo motivo, Italia e Germania dedicano da sempre grande attenzione ai formati dedicati all’economia globale come G7 e G20 e hanno fatto, in tali contesti, un grande “gioco di sponda”.

Come forse saprete, l’istituzione del G20, quasi esattamente 20 anni fa, risale in realtà a un’iniziativa della Germania, enunciata nel comunicato finale del G7 di Colonia nel 1999.
Successivamente, in diverse occasioni, vi è stata una forte sinergia tra Italia e Germania in ambito multilaterale, come nel 2017 fra Presidenza tedesca del G20 e italiana del G7, grazie al quale fu possibile inserire nei Comunicati finali dei Vertici di Taormina e di Amburgo un linguaggio comune sulla tutela di un “rule-based international order”.
Inoltre, sempre grazie alla collaborazione fra gli Sherpa di Italia e Germania, fu possibile salvaguardare l’integrità dell’Accordo di Parigi del 2015, evitando che il disimpegno degli Stati Uniti scatenasse una corsa al ribasso nei propri impegni da parte degli altri partner del G20.
Anche nel corso della Presidenza italiana del G20 che si è conclusa con il Vertice dello scorso finesettimana, la sinergia tra Italia e Germania ha rappresentato una solida base sulla quale lavorare per affermare la comune visione del mondo e i valori condivisi che caratterizzano i nostri Paesi.

Last but definitely not least: le relazioni culturali. Sono profondamente convinto del rilievo della cultura nella costruzione non solo di un solido rapporto bilaterale, ma anche “più semplicemente” di un modo più bello, armonioso, in cui l’individuo esprima al meglio tutte le sue capacità.
E la cultura rappresenta un capitolo fondamentale e fecondo delle relazioni tra i nostri due Paesi, straordinariamente ricco e costruttivo in ogni campo. Eredi di una tradizione secolare di reciproci influssi, gli scambi tra Italia e Germania continuano a nutrirsi di una molteplicità d’iniziative il cui numero è in costante aumento.
La rete delle 24 istituzioni culturali tedesche in Italia è la più ampia al mondo. La rete delle istituzioni culturali e linguistiche italiane in Germania è una delle più articolate all’estero, disponendo di cinque Istituti Italiani di Cultura (il numero più ampio al mondo), 17 lettorati di italiano presso i dipartimenti di romanistica e gli Italienzentren in seno agli atenei tedeschi, che – come illustra chiaramente l’evento di questa sera – sono una fucina di iniziative che creano ponti e coltivano il dialogo tra le culture dei due Paesi.

L’interscambio scientifico e accademico continua a essere molto vivace: l’Italia è il secondo paese di provenienza degli studenti stranieri che decidono di studiare per un periodo in Germania (dopo la Cina), il primo per i ricercatori e il terzo per i professori universitari dopo Austria e Svizzera; dunque, anche in questo caso, il primo Paese non germanofono.
Su questa base abbiamo costruito delle iniziative bilaterali importanti. Tra queste, il Premio italo-tedesco per la traduzione letteraria, la cui prima edizione si è tenuta nel 2008 e che ci accompagnerà con cadenza biennale anche nei prossimi anni. Il Premio permette di valorizzare il lavoro dei traduttori letterari che operano come fondamentali mediatori culturali tra Italia e Germania.

Come avete visto, abbiamo fatto molta strada insieme, tra istituzioni italiane e tedesche.
Ora che la fase più acuta della pandemia è passata per noi in Europa, abbiamo però il compito di guardare oltre l’orizzonte e di chiederci “dove vogliamo andare”. In particolare, dobbiamo tracciare linee di azione e compiere scelte strategiche di fondamentale importanza per l’Europa:

1. La prima scelta da fare è tra l’accesso alle risorse/ai fondi e i diritti. Dobbiamo chiederci quale prezzo hanno i nostri diritti e quale è la portata della difesa del noyau dur dei diritti fondamentali e inalienabili che tanto contraddistinguono la nostra Unione.

2. La seconda scelta da compiere riguarda i meccanismi interni dell’Unione, una sfida che la mia generazione ha già conosciuto: dobbiamo rendere il nostro processo decisionale più efficace. Dobbiamo imparare a decidere come un global player, e dobbiamo imparare a decidere più rapidamente, senza per questo cancellare la dialettica, retaggio così pregnante per il nostro continente.

3. La terza scelta riguarda la concorrenza/competitività: in fondo, è una sfida alla nostra creatività. Dobbiamo scoprire modi nuovi per avanzare verso gli obiettivi della digitalizzazione e della neutralità climatica, preservando allo stesso tempo il nostro benessere e i nostri stili di vita. C’è chi dice che sarà difficile, che “tertium non datur”.

Eppure. Non è anche questa ricerca di nuovi percorsi ciò che rende unica l’Unione europea?
Tre grandi sfide che possono essere affrontate soltanto trovando un equilibrio tra inclusione e responsabilità. Dinanzi a queste sfide di portata sistemica, alcuni Stati membri non devono nascondere il ruolo che rivestono all’interno dell’Unione. Alcuni come due delle principali manifatture d’Europa, alcuni come due degli Stati fondatori dell’Unione europea, alcuni come Italia e Germania. Non per giocare gli egemoni riluttanti, bensì nella consapevolezza di essere attori ineludibili della ever closer union.

Consci di queste sfide e della necessità di definire “dove andiamo?”, a livello europeo abbiamo avvertito la necessità di riunirci insieme e immaginare l’Europa di domani. È stata così lanciata una Conferenza sul Futuro dell’Europa, iniziativa comune di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione nata per offrire a tutti i cittadini europei un’occasione per ragionare sulle sfide e le priorità dell’Europa e per riflettere sul futuro dell’Unione Europea, attraverso una serie di discussioni e dibattiti guidati dai cittadini.

La Conferenza, che è stata lanciata lo scorso maggio, dovrebbe giungere a conclusioni nella primavera del 2022.
L’Italia è stata fra i primi Stati Membri ad offrire un contributo di idee su modalità, obiettivi e organizzazione della Conferenza, tramite un cosiddetto non-paper.
Di che cosa parliamo nel nostro non-paper? Vorrei citarvi alcune iniziative particolarmente importanti:

1. Innanzitutto, abbiamo proposto di rafforzare la rappresentanza europea, in particolar modo il ruolo del Parlamento europeo, anche formalizzando il suo diritto di iniziativa legislativa. Dovremmo anche esplorare la possibilità di armonizzare le norme elettorali per le elezioni europee, al fine di porre le basi per una campagna politica a livello europeo. Si tratta di una proposta che intende rispecchiare quel comune sentire della “Generazione Erasmus” cui molti, forse tutti voi appartenete e che ancora non si trova riflessa nei meccanismi elettorali europei.

2. In secondo luogo, abbiamo proposto di aumentare la trasparenza e migliorare l’efficacia dei processi decisionali dell’Unione europea. L’accountability e l’efficienza burocratica è un dovere in un’Europa tuttora attraversata da euroscetticismo. Per dare un futuro all’UE, dobbiamo rendere l’UE un prodotto convincente, che parla per sé senza troppo bisogno di marketing.

3. Sulla politica estera e di sicurezza comune, come Italia, vogliamo progredire verso decisioni prese a maggioranza qualificata, per evitare la paralisi dei diritti di veto da parte dei singoli governi in decisioni cruciali per la posizione dell’Europa nel mondo. Se vogliamo realizzare la nostra proclamata aspirazione ad assumerci maggiori responsabilità, dobbiamo essere efficaci nel nostro processo decisionale e naturalmente accettare di investire di più nelle risorse umane e finanziarie.

Allo stesso tempo proponiamo che la Conferenza si concentri su un certo numero di politiche sostanziali con impatto diretto sulla vita dei cittadini, in un’ottica di medio-lungo periodo.
Le priorità sono clima e ambiente; migrazione; completamento dell’Unione Economica e Monetaria; Mercato unico; politica industriale; armonizzazione fiscale; dimensione sociale e lotta alle disuguaglianze.

Cito alcuni esempi:

1. La nostra libertà di scegliere… ovvero l’autonomia strategica dell’Unione Europea. Ne abbiamo urgentemente bisogno in diversi settori per rendere l’Europa meno esposta e vulnerabile alle dipendenze da altri attori. Questa autonomia deve essere raggiunta in uno spirito di stretta cooperazione con la NATO e all’interno di una forte relazione transatlantica.

2. La responsabilità di essere solidale… ovvero l’adozione di una politica migratoria efficace e coerente in cui la solidarietà, che allo stato attuale nei migliori dei casi è su base volontaria, diventi strutturale.

3. La salute, come la pandemia ci ha mostrato drammaticamente;

4. La transizione digitale, in cui dobbiamo investire enormemente nello sviluppo di tecnologie. Ne citerò solamente due: l’intelligenza artificiale e la connettività sicura di tipo 5G/6G;

5. Il “Green Deal”, che non è soltanto un imperativo morale a beneficio delle generazioni future, ma anche una grande opportunità per rilanciare crescita e investimenti in Europa;

6. La definizione di una politica economica e fiscale coesa e coerente per tutta l’Eurozona, che si basi sull’esperienza positiva del Next Generation EU.

Come vedete, la maggior parte di questi temi sono stati inseriti anche nel nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia. Con l’attuazione di questo Piano, l’Italia ha avviato un importante programma di investimenti e riforme per la modernizzazione del Paese, che coinvolgerà le nostre future generazioni e vedrà voi come principali protagonisti.
Sul tema delle catene del valore cui ho accennato prima, in futuro i policy maker italiani e tedeschi a partire dai temi attualissimi dell’approvvigionamento delle materie prime e dei costi dell’energia, fondamentali per due economie a vocazione industriale come quelle di Germania e Italia, rispettivamente prima e seconda manifattura d’Europa.
Chi lavora sul campo è ben consapevole di questi rapporti. I settori produttivi costituiscono una spina dorsale delle relazioni bilaterali. Su di essi e su una comune idealità si fondano le posizioni comuni che esprimiamo su gran parte dei principali dossier dell’agenda europea.
Solo limitandomi al campo economico vorrei ricordare l’impegno legato all’attuazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza; gli obiettivi di transizione digitale e green; gli sviluppi dell’innovazione e la cooperazione in Europa per assicurare all’UE quella sovranità tecnologica fondamentale per tenere il passo di una competizione a livello internazionale sempre più intensa, in particolare rispetto a competitors asiatici.
Il nostro compito come Istituzioni è quello di sostenere e incoraggiare questo sforzo, giocando di squadra con tutti i soggetti pubblici e privati chiamati ad agire in un’ottica sistemica.
Le nostre prospettive di sviluppo sono direttamente legate alla capacità di rafforzare il nostro partenariato bilaterale ampliandolo ad ambiti finora meno esplorati rispetto ad altri più tradizionali come ad esempio l’alta tecnologia, la manifattura avanzata, l’industria dell’aerospazio e della difesa, l’economia circolare e la ricerca.
Come sapete bene i due Paesi sono leader mondiali in numerosi campi di innovazione e sarà importante lavorare fianco a fianco, insieme agli altri Partner europei, a partire dagli Important Project of Common European Interest (IPCEI) in corso di svolgimento su tematiche-chiave per lo sviluppo dei prossimi decenni: idrogeno, cloud, microprocessori, batterie e smart health.
Ma anche in campo culturale ci stiamo preparando un grande appuntamento per la cultura italiana tutta: l’Italia sarà infatti il Paese ospite d’onore alla Frankfurter Buchmesse 2024, una vetrina eccezionale per presentare la scena culturale italiana alla Germania e, tramite essa, al mondo intero.
Prima, il prossimo febbraio 2022, l’Italia sarà “country in focus” dello European Film Market nell’ambito del Festival del Cinema di Berlino, la Berlinale: un’altra importante occasione di visibilità e valorizzazione di un’industria culturale -quella cinematografica- che ha fortemente contribuito a plasmare l’immagine dell’Italia all’estero e anche dentro il nostro stesso Paese.
Come vedete, si tratta di tutti settori sui quali l’Italia, la Germania e l’Europa sono chiamate a rafforzare la propria leadership.

Al di là dei temi appena accennati, al centro della Conferenza sul Futuro dell’Europa dovranno esserci i cittadini: qualsiasi cambiamento a livello europeo necessita – per poter essere credibile e duraturo- di avere un approccio democratico e aperto. È per questo motivo che l’Italia sta lavorando per sensibilizzare i cittadini sui temi affrontati, al fine di favorire la più ampia partecipazione possibile.
In particolare, come Italia intendiamo coinvolgere voi giovani. Con una Youth Conference a Roma, e a novembre con un incontro aperto a ragazzi e ragazze provenienti dai Paesi dei Balcani occidentali che sarà un’occasione per mantenere viva la prospettiva europea tra le giovani generazioni dei Paesi dei Balcani occidentali.
Un’iniziativa simile avrà inoltre luogo il 3 dicembre nell’ambito del Med Dialogues Youth Forum. In questa occasione, i giovani dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo discuteranno il tema della transizione energetica e il modello offerto dal “Green Deal” europeo.
Ma non basta. A livello italo-tedesco abbiamo lanciato recentemente il Forum Spinelli, che ha riunito sessanta giovani leader tedeschi e italiani per discutere sulle grandi sfide politiche dinanzi al nostro continente e alla spinta che un rafforzato rapporto tra le società civili dei nostri due Paesi poteva apportare. Alla fine di due giorni di discussione, i partecipanti di entrambi i paesi hanno sviluppato raccomandazioni politiche concrete che saranno condivise sulla piattaforma della Conferenza sul futuro dell’Europa.
Come vedete, stiamo facendo sul serio nel coinvolgere i giovani. Perché la partecipazione dei giovani, la vostra partecipazione, oggi è fondamentale.
Ben lungi dall’essere uno slogan, si tratta di prendere atto della realtà: le sfide di oggi, a cominciare dal cambiamento climatico, assumono una dimensione spazio-temporale che richiede un lavoro intergenerazionale.
Oggi piantiamo alberi sapendo che non saremo noi a sederci sotto la loro ombra. E sappiamo che sotto la loro ombra ci saranno giovani come voi, allenati alla lettura di un contesto interculturale molto più di noi, capaci di diventare protagonisti resilienti della ripresa, quella Next Generation EU che tanto evochiamo.
Per questo esprimo a tutti voi l’invito a cogliere le opportunità di partecipazione che le istituzioni italiane e tedesche vi offrono, a cominciare dal Foro Spinelli. Se i temi vi interessano, candidatevi alla prossima edizione che si svolgerà in Italia!
E a livello europeo, siate orgogliosi dei vostri studi che vi rendono lettori profondi dell’Europa contemporanea e siate coraggiosi di diventare dei protagonisti della ripresa e del rilancio di un rapporto come quello tra Italia e Germania che non dobbiamo mai dare per scontato.
Questo rapporto non può infatti rappresentare un punto di arrivo ma una solida base di partenza per puntare ad un salto di qualità ulteriore, trasformando quella che è già una eccellente relazione in un vero partenariato strategico.
Questa è la sfida che siamo chiamati ad affrontare insieme ai nostri amici tedeschi.
Si tratta di una sfida sistemica dalla quale dipende il futuro dell’Europa, un’Europa in cui Germania e Italia sono chiamate a svolgere un ruolo da protagoniste.

Mi auguro che molti tra di voi saranno a loro volta protagonisti di questo rapporto.

* Dal discorso del Presidente Mattarella, durante la colazione a Schloß Bellevue in occasione del Conferimento del Premio dei due Presidenti per la cooperazione comunale tra Italia e Germania del 12.10.2021