Ringrazio la Direttrice d’Orchestra Speranza Scappucci e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI per il concerto che si accingono a donarci.
Una splendida occasione d’arte che condivideremo anche con quanti ci seguono attraverso la televisione e gli altri mezzi di comunicazione: a tutti il saluto più cordiale.
Unitamente ai rappresentanti delle istituzioni della Repubblica qui convenuti, rivolgo il benvenuto agli Ambasciatori accreditati al Quirinale.
La vostra presenza rappresenta una testimonianza ulteriore dei saldi legami di amicizia che uniscono i nostri Paesi.
Il 2 giugno è Festa degli Italiani, il momento celebrativo della nascita della Repubblica, i cui principi sono custoditi nella Carta costituzionale di cui celebriamo, quest’anno, il 75mo anniversario dell’entrata in vigore.
Negli ultimi giorni, ho ricevuto molteplici espressioni di vicinanza per le tragiche alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna e le zone confinanti.
Ne sono profondamente toccato.
Numerosi Paesi hanno dimostrato concreta solidarietà, e desidero ringraziarli a nome della nostra comunità nazionale.
Ho adoperato, non a caso, la parola solidarietà: un valore iscritto anche tra i primi articoli della nostra Costituzione che, nel riconoscere e garantire i diritti inviolabili della persona, richiama il dovere di solidarietà politica, economica, sociale.
Un valore che riveste carattere universale, rivolto all’intera comunità umana, e che la nostra Carta fondativa ha fatto proprio.
La Costituzione repubblicana, figlia del riscatto dalle tragiche esperienze della dittatura e del Secondo conflitto mondiale, indica il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie.
Si tratta di un principio attualissimo e profondamente sentito, di cui l’inaccettabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina rappresenta la più brutale ed evidente negazione.
Il conflitto che, da oltre quindici mesi, produce morte e devastazione nel cuore dell’Europa sta provocando anche gravissime conseguenze a livello globale, accentuando l’insicurezza alimentare e la povertà in molti Paesi, anch’essi vittime delle conseguenze di questa guerra insensata, i cui effetti si vanno ripercuotendo sull’ordine internazionale pazientemente costruito dopo il 1945.
Assistiamo oggi con attenzione e interesse a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace.
I principi di solidarietà e di giustizia che debbono unire i popoli impongono la ricerca di una pace giusta e non di una pace raggiunta ai danni di chi è stato aggredito.
È in questo spirito che l’Italia, nel quadro della sua convinta appartenenza all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica, continuerà ad assicurare il sostegno al popolo ucraino e al suo diritto all’indipendenza.
La ricerca della pace e del benessere fra le nazioni richiede impegno e disponibilità a individuare insieme soluzioni comuni.
È questo il fondamento della nostra scelta in favore del multilateralismo.
Soltanto un’autentica collaborazione fra i popoli può consentire di affrontare con successo problemi di natura globale di giorno in giorno sempre più pressanti: dai cambiamenti climatici alla tutela della salute, dalla gestione dei flussi migratori alla protezione dei diritti umani.
Lo confermano esperienze come il processo di integrazione europea, che da quasi settant’anni garantisce libertà e opportunità di crescita agli Stati che ne fanno parte.
Il conflitto in Ucraina, le crescenti tensioni cui abbiamo assistito da ultimo nei Balcani, impongono scelte coraggiose, in grado di consolidare e conseguire l’ampliamento del progetto comunitario, per renderlo idoneo ad affrontare le sfide del tempo presente.
L’Italia continuerà a lavorare affinché l’Unione europea possa essere sempre più attore capace di proiettare pace, stabilità e sviluppo a livello globale.
Con questi intendimenti auguro a tutti buona Festa della Repubblica Italiana.